Luci di Hanoi

Mi trovavo a vagare per le strade di Hanoi nella calda notte del 2 Settembre, mi ero perso tra quelle vie così simili, tutte cosparse di luci al neon, alcune lampeggianti, alcune malfunzionanti. Centinaia di bandiere rosse con una stella gialla al centro erano appese ovunque in città e i migliaia di motorini che non accennavano a fermarsi rendevano attraversare la strada ogni volta un’impresa.

Il suono dei clacson era fisso, costante, come se il Vietnam avesse vinto i mondiali. In quel trambusto continuavo a camminare, senza sapere bene in quale direzione, pensando a come tutta una serie di fatti e coincidenze mi avessero portato fino a questo strano posto, in questo angolo del mondo. Le stelle quasi non si vedevano, le luci del traffico, i neon e le decorazioni per la festa dell’indipendenza erano così forti da contrastare persino il cielo. Ero solo, ancora una volta, ma ero felice senza un motivo ben preciso per esserlo. In quel chiasso senza fine, tra quelle luci abbaglianti, il rumore del traffico e gli schiamazzi della gente mi sentivo in pace, tra i miei pensieri, nella mia bolla di silenzio, e continuavo lento e sorridente ad andare avanti, un passo dopo l’altro all’interno della mia sfera trasparente, mentre il resto della città mi scorreva a tutta velocità intorno. Illuminato dalle luci di Hanoi ho così perso ogni preoccupazione, trovando invece la voglia di proseguire verso il nuovo, ricominciando da capo per l’ennesima volta.