Da Grande Voglio Fare il Fruit-Picker!

“Mamma, da grande voglio fare il fruit-picker!”
“Cos’e` il fruit picker?”
“Non lo so, ma suona bene!”

Ed e` proprio cosi` che ci ingannano. Con quella parola, “fruit-picking”. Effettivamente e` un bel vocabolo, non c’e` che dire, sembra quasi un’attivita` divertente, un gioco per il quale si e` pagati per partecipare. Pubblicizzato spesso con slogan come “Vuoi vedere la VERA Australia?” o “Sei alla ricerca della vera esperienza australiana?”, scritti a lettere cubitali su immagini in cui vedi un bellissima ragazza, truccata, sorridente, vestita da contadina-porno, nel bel mezzo di un verde vigneto a raccogliere un perfetto e pulito grappolo d’uva, il fruit-picking e` il lavoro svolto da moltissimi backpackers e non solo, in giro per tutta l’Australia.

In questo grande paese, in cui le distanze sembrano infinite, e in cui esiste una fattoria grande come il Belgio (si, hai capito bene!), il settore agricolo e` sempre alla ricerca di manodopera, tanto quanto i viaggiatori sono alla ricerca di lavori stagionali per potersi pagare i propri viaggi. Non a caso, il governo ha avuto la brillante idea di concedere un secondo anno di visto Working-Holiday (“vacanza-lavoro”), soltanto a coloro che decidono di svolgere 88 giorni di lavoro nella cosidetta “Australia rurale”, spingendo cosi` migliaia di persone che desiderano rimanere piu` a lungo a raccogliere banane.

Il lavoro nei campi e` probabilmente il piu` facile da trovare, tramite agenzie specializzate, working hostel, harvest trail e internet, e generalmente non e` richiesta alcuna esperienza, e alla fine dei conti e` realmente una buona esperienza, si vede un lato diverso del Paese da quello turistico, e si conoscono persone intressanti. Il “farm work” (lavoro in fattoria) funge quindi anche da paracadute, dato che in caso di bancarotta, e` un impiego sempre disponibile, e poi, ci si abbronza anche! Cosa chiedere di piu`?

Dove sta la fregatura? Il fatto che questo tipo di lavoro stagionale sia perfettamente a misura di viaggiatore, e` una caratteristica sfruttata piu` dal datore di lavoro, che dal lavoratore stesso. Lo sbaglio piu` comune e` infatti andare a cercare questo lavoro dove vanno tutti, nei luoghi “famosi” per dare lavoro ai backpackers, piccoli paesi in cui si trovano ostelli con piu` letti che abitanti del paese stesso. Gli ostelli del lavoro fungono da ufficio di collocamento, e generalmente offrono il trasporto alla farm, sono quindi comodi perche` tolgono lo stress della ricerca. Il problema e` che dove vanno tutti, il farmer, il datore di lavoro, non ha interesse nel farti rimanere a lavorare per lui, perche` anche abbandonando il lavoro’ c’e` qualcun altro in fila ad aspettare. E non se lo deve neanche cercare, e` l’ostello che glielo manda. Cosi` possono permettersi di sottopagarti, fanno finta di pagare le tasse per darti meno, e con la scusa del farti ottenere i giorni per ottenere il secondo visto cercano di convincerti che la paga e` secondaria.

Avere una macchina aiuta a evitare di capitare in queste farm, avendo piu` liberta` di cercare per conto proprio, ma non e` necessario. Informandosi e parlando con chi l’ha gia` fatto, basta andare nei posti meno conosciuti, dove realmente hanno un mancanza di manodopera in periodo di alta stagione, e lo stipendio sara` anche piu` alto della media.

In italiano sappiamo bene come “vendemmiare” faccia rima, e sia spesso sinonimo, di bestemmiare. Non ci facciamo fregare quindi dal fruit-picking, che e` davvero un’ottima opportunita`, basta avere un po` di pazienza, cercare, e uscire dal percorso comune della maggior parte dei backpackers.