Waiheke Island, l’Isola del Vino

Che i vini del nuovo mondo stiano prendendo sempre più piede non c’è dubbio, e nonostante molti bevitori tendano ad andare sul sicuro acquistando varietà classiche, il grande numero di vini provenienti dall’emisfero meridionale non si può ignorare. Ed è proprio la Nuova Zelanda che negli ultimi vent’anni ha saputo crearsi un nome, venendo riconosciuta in primo luogo per i suoi bianchi secchi e giovani, primo tra tutti il Sauvignon Blanc dalla regione del Marlborough.

I tempi però cambiano in fretta, soprattutto in un paese dove la tradizione rimane molto breve, e nonostante le grandi produzioni si concentrino sopratutto sulle uve più vendute, chi sperimenta e tenta di allargare i confini di questo settore c’è, ed è proprio oggi che emerge, un po’ per i consumatori che stanno lentamente venendo educati, un po’ perché in un’industria così competitiva è l’unico modo per farsi notare. E tra le aree che negli ultimi anni ha saputo tirare fuori alcuni dei vini migliori della Nuova Zelanda c’è proprio Waiheke Island.

Waiheke è situata a un quarantina di minuti di traghetto da Auckland, l’unica metropoli neozelandese, occupa un’area di un centinaio di chilometri quadrati, meno della metà dell’Isola d’Elba, e con i suoi quasi novemila abitanti è l’isola con la densità di popolazione più alta. Tra questi risiede un nutrito gruppo di dedicati viticoltori, che ha fatto sì che questo luogo sia oggi conosciuto come “l’isola del vino”. Il clima marittimo, simile a quello mediterraneo, e la sua conformazione collinare hanno creato le condizioni ideali per una grande serie di produzioni, molte delle quali ancora piccole, ma sempre interessanti.

Arrivando con il traghetto si trova a pochi minuti di distanza in autobus il villaggio, punto di ritrovo per i molti vacanzieri nella stagione estiva, da Dicembre a Febbraio. Da qui è possibile organizzare tour in bus in giro per le varie cantine, noleggiare una macchina privata, oppure mettere in pratica la malaugurata idea di girare l’isola in bicicletta (si, ok, quello ero io). Si trovano circa una trentina di produttori a Waiheke, un buon gruppo concentrato nella parte centrale, altri in zone più remote. Goldie Wines è la più antica, oggi di proprietà dell’Università di Auckland, e offre due serie di vini, di due diversi livelli. Le vigne sorgono su una collina che si affaccia direttamente sulla baia a sud ovest, e vale una visita anche soltanto per la vista.

I percorsi più seguiti sono tre, il primo esce di poco dall’area del villaggio, perfetto per qualche ora in bicicletta. Per chi ha un po’ più tempo, o un mezzo più rapido, c’è il percorso circolare che segue le due coste, prima quella meridionale, per poi tagliare l’isola e tornare indietro lungo la costa a nord. Questo è il percorso ideale per gli amanti del mare, dove si susseguono lungo la costa frastagliata un buon numero di piccole spiagge, quasi sempre deserte. Allontanandosi ancora si raggiunge la parte opposta dell’isola, arrivando alla remota Man’O’War Winery, situata nella parte est. Questo terreno fu inizialmente scoperto dal Capitano Cook in persona, ed è oggi una riconosciuta cantina che sforna varietà classiche come Sauvignon e Pinot Noir, prodotte in modo sostenibile, con tecniche moderne.

Non è solo Man’O’War però ad avere un occhio sulla sostenibilità dei propri prodotti, sono molte le cantine che ancora oggi scelgono di raccogliere tutta l’uva a mano, e non spingere la produzione più del dovuto. Questo si riflette spesso sui prezzi, elevati per i vini di Waiheke, dato che il numero di bottiglie che arrivano sul mercato rimane molto limitato rispetto alle grandi winery del Central Otago o Marlborough.

Tra le cantine più giovani risalta Soho, che offre vini ispirati allo stile francese, ma con un tocco moderno, andando a mescolare uve di tre differenti regioni. C’è poi Kennedy Point, anch’essa situata in una posizione privilegiata che porta come sfondo la distesa azzurra che è la più grande baia di Waiheke. Segue poi la più piccola Hay Paddock, che ha da poco rilasciato un cento per cento Syrah rosato, che è un po’ un cazzotto in un occhio, ma interessante da provare. Ed è proprio il Syrah uno dei punti forti di Waiheke, data la serie di premi vinti per vini prodotti con questa varietà d’uva.

Visitare Waiheke è leggermente più costoso di molte altre destinazioni in Nuova Zelanda, vi sono due ostelli per backpackers, con letti da una trentina di dollari in su, ma partendo in gruppo può convenire un bed and breakfast. Alcune cantine offrono possibilità di alloggio per chi volesse vivere dove il vino viene prodotto. Le degustazioni sono sempe tra le 11 di mattina e le 4 di pomeriggio (le 3 in alcuni casi), costano tra i 5 e i 15 dollari a seconda dei vini, ma alcune winery la offrono gratuitamente se si acquista una bottiglia, che comunque costa molto meno rispetto ad un ristorante.