Visitare il Komodo National Park in Indonesia

Nella parte occidentale della provincia del Nusa Tenggara, a buona distanza dalle altre mete turistiche indonesiane, si trova il piccolo gruppo di isole che ospitano il leggendario animale conosciuto come il Dragone di Komodo. Con oltre 5.000 esemplari presenti, l’isola di Komodo e quella di Rinca sono le principali destinazioni sul parco nazionale che si è guadagnato il titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO, per chi vuole conoscere da vicino queste lucertole inesistenti altrove al mondo. Visitare il Komodo National Park è un viaggio che, per quanto ormai facile da fare e sempre più intrapreso dai migliaia di curiosi che arrivano qui ogni anno, continua a lasciare a bocca aperta chiunque ci metta piede.

Arrivare a Labuan Bajo, l’unico porto di accesso a Komodo, avviene per la maggior parte dei turisti volando da Bali oppure Jakarta, anche se Lion Air collega quasi tutte le città indonesiane alla punta dell’isola di Flores. Via terra il viaggio è un po’ più lungo, ed è difficile calcolare le tempistiche in ore e minuti, in quanto in indonesia queste misure sono suddette ad interpretazione. L’est è una delle aree meno percorse, ma con un po’ di pazienza raggiungere Labuan Bajo percorrendo le foreste verde bottiglia della Flores Highway è un tracciato che, per chi ha lo stomaco forte, vale la pena attraversare. In linea aerea Larantuka, sulla punta orientale, dista tra i tre e i quattrocento chilometri da Labuan Bajo. Le colline, i monti, le curve e le condizioni stradali che si fanno strada su questa isola, per quanto sceniche, possono richiedere fino ad una ventina di ore in autobus per essere percorse da un capo all’altro. A Labuan Bajo è possibile arrivare anche navigando, ed essendo questo uno dei metodi preferiti dagli indonesiani per viaggiare, i porti di collegamento sono molti, in ogni direzione. Si può infatti optare per l’infinita traversata da Kupang, oppure per le sole sette ore di traghetto da Lombok, dal villaggio di Sape, anche se in questo caso, durante la stagione bagnata, riuscire a partire è già una scommessa, date le forti correnti di questo stetto che spesso impediscono ogni movimento. Trovare chi è costretto ad aspettare per giorni, se non settimane, bloccato da un lato o dall’altro, non è una rarità.

Labuan Bajo è descritta da molti come la prossima grande meta turistica dell’Indonesia, principalmente grazie ai siti di immersione tra i migliori al mondo e il facile accesso al parco, ma nella realtà oggi è poco più di una strada sulla quale si susseguono tour operator, guesthouse e ristoranti, sia turistici che locali. Il trucco per visitare Komodo a budget, sta tutto nel trovare abbastanza gente per affittare una barca che vi ci porti. Dormire sull’isola infatti non è possibile, c’è soltanto una struttura, costosa, non sempre disponibile e molto limitata, e l’unico modo per visitarla è tirarsi su le maniche e cercare la persona giusta con cui contrattare l’acquisto di un tour. I tour possono essere organizzati indipendentemente, presentandosi al porto con un giorno di anticipo e trovando un marinaio disposto a partire, oppure tramite le numerose agenzia sulla via principale. Di solito, per strappare un buon prezzo, servono almeno quattro persone. Queste in alta stagione non sono difficili da trovare, ma durante la bassa viaggiare in solitaria e con pochi soldi in tasca può limitare le opzioni. Per questo motivo alloggiare negli alberghi più popolari può essere una buona idea. Il Gardena Hotel e il Bajo Beach Hotel, in parte grazie alla citazione su Lonely Planet, in parte per la loro posizione e dimensione, sono le scelte più comuni e qui le probabilità di incontrare altri viaggiatori con i quali aggragarsi aumentano. Le camere partono da una decina di Euro per una doppia e raddoppiano quasi se si sceglie l’aria condizionata, più care delle soluzioni più economiche come il Mutiara, nella quale una stanza base per due persone può costare intorno ai sette, ma al contempo più trafficate. Da qui, basta attraversare la strada per trovare un tour.

Il tour viene venduto in diverse formule, ma la più comune è due giorni e una notte, in cui si dorme sulla nave. È possibile effettuare soltanto il day trip, dalla mattina alla sera, ma questo ha senso soltanto per Rinca (dove si trovano comunque i Draghi), ma meno per Komodo date le distanze. In due giorni verranno inclusi tutti i pasti, due soste di snorkelling in punti ricchi di coralli e due trekking, uno a Rinca ed uno a Komodo. Il tour più lungo permette inoltre di spendere del tempo in più sulle isole e conoscere meglio le persone con cui si condivide la barca. I prezzi variano, a seconda delle abilità di contrattazione, del numero di persone e della stagione. Nel mio caso, essendo in arrivo un ciclone dall’Australia, non solo non sono riuscito a trovare un tour o altre persone per tre giorni, ma sono anche stato bloccato dal potermi muovermi da Labuan Bajo. Il cielo si è aperto all’ultimo momento, ed essendo il mio itinerario flessibile sono riuscito ad aspettare e unirmi ad un gruppo prima di perdere le speranze. Per me il viaggio è costato 600.000 Rupie, circa 50 €. Un buon prezzo va tra le 450.000 e le 500.000, ma è facile che ne vengano chiesti 750.000 o più. Un prezzo indicativo per il noleggio di una barca parte da un milione e mezzo di Rupie, ma essendo inclusi pasti questo sale all’aumentare delle persone. l costo del tour poi si aggiunge quello delle tasse da pagare nel parco, ossia 50.000 per la guida, 20.000 per la tassa governativa, 50.000 per la macchina fotografica (che basta nascondere e nessuno controllerà una volta all’interno del parco) e il noleggio della maschera da snorkelling che alcune agenzie non includono. Una guida ogni cinque persone è obbligatoria, in quanto i rettili possono attaccare.

I Draghi di Komodo passano buona parte della giornata appisolati, o almeno questa è l’impressione. Si scopre che in realtà corrono, saltano, si arrampicano e nuotano rapidamente se ce n’è bisogno, e l’unica protezione contro i movimenti inaspettati è il bastone della guida utilizzato per bloccare loro la testa. Gli attacchi ai locali avvengono ancora oggi, viene raccontato di una bambina del villaggio mangiata viva, e di guide ferite gravemente alle gambe, ma l’ultimo incidente letale accaduto tra i visitatori risale agli anni settanta. È intressante venire a sapere degli usi di queste lucertole, le più grandi del mondo, e di come non si facciano problemi né a mangiarsi tra di loro, né a cibarsi di animali molto più grandi come bufali o cervi. La loro potenza sta nei batteri all’interno della bocca e nella pazienza e non nella forza fisica. Per mangiare un bufalo infatti, i Draghi di Komodo dopo averlo morso restano in attesa per giorni interi che questo ceda avvelenato per poterlo poi divorare con calma.

Si comincia da Rinca, dove è possibile scegliere tra diversi tracciati da percorrere. I Draghi tendono a stare vicino alla stazione dei ranger per attirati dagli odori della cucina, ma la camminata porta su una collina dalla quale è possibile vedere molte delle isole circostanti, fino a Flores. La fauna non si limita ai Draghi, bufali, cavalli selvaggi e molti cervi occupano l’isola, anche se spesso timidi nei confronti degli umani, in particolar modo quando i gruppi si allargano. Da rinca ci si muove sulle sponde di Komodo per immergersi tra alcuni dei coralli più ricchi dell’area, dove è possibile nuotare con tartarughe giganti, pesci dipinti e una flora marina incredibile, soprattutto agli occhi di chi a questi paesaggi subacquei non è abituato. A Komodo si arriva all’alba. Vi sono differenti percorsi per il trekking, il più breve richiede poche decine di minuti, il più lungo fino ad otto ore ma dovrebbe essere programmato in anticipo. Solitamente quello consigliato è della durata di due/tre ore, e oltre a passare di fronte a una lunga serie di Draghi, pappagalli, cervi e una ricca vegetazione interrompono il cammino. Le guide, per quanto giovani, conoscono il territorio come le proprie tasche e basta entrarci un po’ in confidenza per scoprire decine di curiosità su questo luogo così particolare. Il parco è protetto soltanto da poco più di trent’anni, e solo di recente sono stati rinforzati i controlli sui cacciatori che arrivano illegalmente in cerca di pelle e altri souvenir.

Dopo un’altra sosta per immergersi tra coralli, piccoli squali e banchi di pesci giallo evidenziatore, si torna in serata alla base, la tranquilla Labuan Bajo, dalla quale poi ci si collega con ogni altra destinazione indonesiana.