Farsi Fregare a Bangkok: Una Guida

Farsi Fregare a Bangkok: Una Guida

La prima volta che ho visitato il famoso Lucky Buddha di Bangkok non mi dava l’impressione di essere un Buddha più fortunato degli altri. Non era più alto, più grasso o più dorato degli altri Buddha che avevo visto in giro per la Thailandia e seppure fossi stato convinto che questo era lui, l’unico vero Buddha fortunato vecchio 400 anni, non sentivo un’urgenza di andare a giocare al superenalotto.

La seconda volta che ho visitato il famoso Lucky Buddha di Bangkok è stata un po’ una sorpresa. “Oggi è festa nazionale” mi spiega il guidatore di tuk tuk a cui avevo chiesto di portarmi in Chinatown “il governo mi paga per portare i turisti in alcuni luoghi sacri, quindi ti posso portare gratis in Chinatown se mi permetti di fare alcune soste”. Un passaggio a gratis non si rifiuta (o forse sì), e così mi trovo per la seconda volta di fronte ad un piccolo tempio senza insegna che mi viene indicato come la casa del Buddha fortunato. La statua vecchia 400 anni, aveva non solo cambiato casa, trasferendosi in un tempio più piccolo, più brutto e non a caso sul mio percorso per Chinatown, ma aveva anche cambiato forma, dimensione e colore. Il tutto nel giro di un anno, l’ultima volta in cui ero qui.

La terza volta che ho visitato il famoso Lucky Buddha di Bangkok sapevo che era una fregatura, ma ci sono andato lo stesso, e ci ho portato anche i miei amici. Non solo questa volta la nostra scintillante statua aveva nuovamente cambiato posizione, ma quando ho chiesto informazioni al pilota, questa volta era anche più giovane di 100 anni. Perdere le giornate alla ricerca di questa statua può essere un passatempo divertente, in particolare quando si accetta il fatto che il Lucky Buddha non esiste.

Il gioco è semplice e tutti possono partecipare. Basta mettersi ad un angolo della strada qualsiasi nella zona di Khao San e aprire una cartina della città pretendendo di essere persi. A questo punto un uomo ben vestito, dal buon inglese spunterà magicamente dal nulla in vostro aiuto. Qualsiasi posto gli direte che era vostra intenzione visitare, ad esempio il Royal Palace o la Golden Mountain, lui vi dirà che siete sfortunati perché oggi è festa nazionale e queste attrazioni sono chiuse. In compenso però c’è una succosa alternativa che vi attende: solo e soltanto per oggi, il governo regala un contributo benzina ai guidatori di tuk tuk per portare i turisti a conoscere la città. “È importante che troviate un tuk tuk governativo però, perché soltanto questi offrono il servizio” vi verrà detto. Solitamente in questo esatto momento spunta un tuk tuk con una bandiera thailandese che simboleggia la sua governatività. O almeno, la simboleggia fino a quando vi accorgerete che tutti i tuk tuk hanno la stessa bandiera thailandese che si compra per 10 centesimi a qualsiasi mercato.

Così si prende questo tuk tuk con la promessa di un tour di tre ore in vari templi tra cui il leggendario Lucky Buddha, il tutto in modo gratuito o al massimo per 20 Bath, 50 centesimi. Il giro esiste davvero, e anche se il Lucky Buddha serve a convincervi a prendere il tuk tuk (non è possibile trovarlo da soli, non esiste), di solito ci si ferma in altri siti religiosi più o meno interessanti. Il Lucky Buddha è solo una statua qualsiasi sulla via. La fregatura però non è questa, ma il fatto che delle tre ore promesse almeno la metà sono utlizzate per soste non richieste presso negozi e agenti turistici dai quali il guidatore prende una commissione. Anche non comprando nulla in questi negozi il giro sarà comunque gratuito o quasi, e per questo sapendo come funziona potete togliervi la maschera del turista incoscente e cominciare a contrattare, dicendo che siete disposti a fare un paio di fermate ma in cambio vi farete portare dove volete voi.

Questa è soltanto una delle numerose fregature di Bangkok e non è certo l’unica. Si trovano venditori di pietre preziose che tenteranno di piazzare pezzi di vetro per gemme, finti agenti turistici con loghi governativi stampati sulla finestra, occidentali che sono entrati nel giro e cercheranno di offrire un servizio di cui vi potete fidare, taxi con il tassametro rotto e così via. Ma tra tutti questi trucchetti basta ricordare che a Bangkok niente è gratuito, che il governo non da sussidi a nessuno e non esistono promozioni o offerte speciali per giorni di festa, che l’unico autobus sicuro è quello che parte dalla stazione, che il Royal Palace non chiude per pranzo e che non basta avere una targhetta al petto per essere una guida.

  1. Ciao! Mi ha fatto molto sorridere questo tuo articolo perchè è capitato qualcosa di simile anche a me! Ero a Bangkok per pochi giorni con alcuni amici prima di partire per il nord della Thailandia e cercavamo di ottimizzare al massimo il poco tempo disponibile per visitare il più possibile della città. Di buon'ora ci muoviamo dalla nostra guest house in Khao San Road, armati di mappa e guida in direzione del Palazzo Reale. Tempo di fare dieci metri e ci si avvicina un signore ben vestito (anche nel mio caso!) chiedendoci se ci serviva una mano e dove stavamo andando. Ora, il punto è che io e i miei amici eravamo sufficientemente informati in merito alle truffe di Bangkok e ci eravamo ripetuti di stare attenti. Fatto sta che il tizio in questione è stato talmente "bravo" con la sua parlantina tanto da convincerci che si effettivamente il Palazzo Reale e gli altri monumenti principali quella mattina erano chiusi per una cerimonia religiosa ma che, proprio in virtù di questa cerimonia, il pomeriggio saremmo potuti entrare gratis e avremmo anche assistito ad uno spettacolo di fuochi d'artificio (che fortuna!). Fatto sta che ci ha "convinto" a fare un tour gratis (anche questo ovviamente pagato dal governo) per improbabili templi e annessi mercatini e agenzie di viaggio. Ora, noi non abbiamo comprato nulla ma il pomeriggio, quando siamo arrivati al Palazzo Reale, abbiamo tristemente riscontrato che aveva appena chiuso (ultimo ingresso pochi minuti prima, alle 17). Quindi, non abbiamo "buttato" soldi ma ci ha fatto perdere una preziosissima giornata! E il colmo è stato che quando siamo rientrati alla guest house abbiamo notato (solo dopo, ovviamente!) dei simpatici cartelli in cui si avvisavano gli ospiti di prestare attenzione agli sconosciuti che paventavano la chiusura dei monumenti principali. Ora, dopo anni, mi viene da ridere al pensiero ma sul momento ci siamo sentiti veramente sprovveduti, come il classico turista che va all'estero per la prima volta! 🙂

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