L’Olanda e la Mania dei Tulipani

Camminando lungo Oudezijds Voorburgwal, poco a sud della Stazione Centrale, tra piazza Dam ed il quartiere a luci rosse, è difficile mantenere una linea dritta. In questa via, accompagnati dai motori delle barche e dai campanelli delle biciclette, ci si trova a far parte di un flusso di persone che si muove, si intreccia, cerca orientamento ed intrattenimento, che sia giorno o sia notte.

Non lontano si trova la Chiesa Vecchia, un edificio con più di ottocento anni di età, e proseguendo si arriva a quella nuova, che di anni ne ha solo seicento, anche se con tutta la ristrutturazione subita nei secoli ne dimostra molti di meno. Mantenendosi su Oudezijds Voorburgwal si sente l’odore dell’erba che brucia, con una fila perenne di persone che si fa strada all’interno dei coffeeshop della zona in attesa della propria dose. Prima il Feels Good, più avanti il famoso Bulldog. Sulla parallela invece c’è Casa Rosso, il teatro del sesso, ed una dopo l’altra le vetrine impediscono ai lenti passeggianti, più curiosi che consumatori, di alzare lo sguardo da quel che è diventata una tappa imperdibile di ogni visita a Amsterdam.

Alzandolo, lo sguardo, da quei sorrisi e gli inviti ad entrare in piccole stanze illuminate al neon, però, può capitare di notare qualcosa che il più delle volte passa inosservato. Nella parte alta della facciata di una delle strette case che emergono dal canale si legge una scritta: Al Nut Al Nyet. Tra le parole, un enorme tulipano di metallo è appeso, disteso in aria in posizione orizzontale. Il tulipano, il simbolo dell’Olanda, esposto e nascosto, in alto sopra le teste dei passanti, con un messaggio dipinto in grandi lettere: in faccia alla morte, i soldi non hanno valore.

Come diventa un fiore simbolo nazionale? Ed in particolare, come fa una pianta che non è nativa a trasformarsi in icona? Già, perché il tulipano non è sempre cresciuto nei Paesi Bassi. In realtà, il fiore arriva da molto lontano: l’importazione di tulipani in Olanda ebbe inizio dopo i primi contatti commerciali tra gli Asburgo, al comando nei Paesi Bassi, e l’impero ottomano in Turchia. I primi tulipani vennero piantati per decorare le case dei nobili e intorno al 1620 una prima generazione di fiorai specializzati si era sviluppata nel paese e dedicata alla coltivazione di ciò che era un segno di ricchezza nei giardini dell’aristocrazia.

Come con la maggior parte delle mode, il desiderio si è espanso e in poco tempo non erano più soltanto i ricchi a voler appendere questi fiori colorati fuori dalle proprie finestre. La classe media stava uscendo dal periodo della peste che aveva ridotto la forza lavoro facendo lievitare il prezzo della manodopera. La gente comune aveva più soldi da spendere in prodotti di lusso ed al contempo i fiorai avevano cominciato ad adattarsi alla domanda, coltivando su grande scala le varietà più semplici di tulipani da vendere alle masse.

Tra il 1636 ed il 1637 ha preso piede quella che oggi è conosciuta come la “mania dei tulipani”, ossia il fenomeno che ha reso il fiore emblema olandese. Nell’arco di pochi anni dalla sua diffusione la popolazione era impazzita per questa pianta e tutti sembravano volerne entrare in possesso. Se i suoi colori, l’essere esotica ma riproducibile, rappresentante di una classe superiore, ne alimentavano la richiesta, la sua stagionalità era un problema, in quanto il fiore era disponibile solamente tra Giugno ed Ottobre. Per questo motivo chi voleva assicurarsi i bulbi cominciò a prenotare con mesi di anticipo ed essendo la quantità limitata i contratti stessi cominciarono ad acquistare valore. Le scorte di tulipani finivano ancora prima di essere cresciute ed il pezzo di carta che ne stabiliva la proprietà futura divenne automaticamente oggetto di speculazione finanziaria.

Commercianti cominciarono a prenotare grandi quantità di tulipani in inverno per poi vendere i contratti d’acquisto all’avvicinarsi dell’estate. Gli speculatori, quindi, compravano e vendevano pezzi di carta senza mai vedere un fiore e durante il picco di questa pandemia i titoli venivano scambiati anche dieci volte al giorno. I prezzi erano cresciuti ad un livello tale che il filo spinato circondava i campi e un solo esemplare delle varietà più rare poteva costare dieci volte lo stipendio annuale di un artigiano. Con il prezzo di alcuni tulipani si poteva acquistare una casa, un letto, andare in pensione.

La bolla era destinata ad esplodere ed il primo provvedimento fu preso dal governo di Haarlem che invitò le persone a smettere di acquistare i titoli in quanto il rischio di un crollo era imminente. E così fu. I prezzi collassarono immediatamente e tutti coloro in possesso di contratti d’acquisto si trovarono con carta straccia in mano. Era Febbraio 1637 ed il tulipano era tornato ad essere soltanto un fiore, dopo aver mandato in rovina migliaia di persone che avevano in pochi giorni guadagnato una fortuna e poi perso tutto. La massa aveva alimentato il circolo della speculazione con il proprio desiderio fino a quando questo non è scoppiato nel nulla, ricordando, appunto, che in faccia alla morte i soldi non hanno valore. Al nut al nyet.