About

Perdersi, qui, fa parte del gioco. Viaggiare lenti, indipendenti e con poco sulle spalle diventa più una necessità che una scelta, quando ciò che si cerca è nient’altro che l’esperienza. Racconti, idee e ispirazione, questo è Exploremore.

Mi chiamo Angelo, ho 30 anni, e mi trovo un po’ di difficoltà a stare fermo in un posto troppo a lungo. Sono nato in Finlandia, sono cresciuto in Italia ed ho vissuto in Australia, in Nuova Zelanda, in Asia, in Inghilterra e in Olanda. I miei viaggi mi hanno portato dalle coste del Timor Est a ciò che rimane di Chernobyl, dalle montagne dell’Himalaya alle strade della Transnistria, dalle moschee del Brunei agli altopiani del Kirghizistan. E in un sacco di altri posti. Nel corso degli anni le mie radici si sono intrecciate ed ho cominciato a scrivere in quel che immagino fosse un tentativo inconscio di fare un po’ d’ordine. Su Exploremore racconto di destinazioni remote, di incontri fatti sulla strada, di itinerari percorsi via terra. Parlo anche di libri, di fotografia, di vita all’estero e quando ritengo siano utili, raccolgo informazioni pratiche.

Sono autore del libro Un Altro Bicchiere di Arak – In Iran Attraverso la Via della Seta e di due guide a trasferirsi, vivere e viaggiare in Australia e Nuova Zelanda. Ho collaborato con media nazionali ed internazionali, tra cui Lonely Planet, Matador Network, The Daily Mail, Vanity Fair, Condé Nast Traveller, ANSA, Marie Claire, Deejay TV, Rai 3 ed il Festival della Letteratura di Viaggio di Roma. Quando non scrivo per passione, scrivo per lavoro: mi occupo di scrittura creativa, e più in particolare di traduzione, giornalismo di viaggio e creazione di contenuti per aziende piccole e grandi. Nell’estate 2019 ho portato un piccolo gruppo di persone in viaggio con me, in Kirghizistan. Nello stesso anno ho parlato al TedX di Empoli e prodotto il podcast Cemento insieme a Eleonora Sacco. Nel 2020 ho vinto una medaglia ai NATJA Awards, il premio annuale dell’Associazione Nordamericana dei Giornalisti di Viaggio. Sono arrivato secondo nella categoria Viaggi Storici, con un pezzo sulla stamperia segreta di Stalin a Tbilisi pubblicato su Matador Network. Non ho mai fatto, e probabilmente mai farò, una sola cosa alla volta.

Il blog è aggiornato settimanalmente, ma sono attivo più spesso su Facebook e Instagram.

Il mio libro, Un Altro Bicchiere di Arak, è disponibile qui.

Hai una domanda? Puoi contattarmi scrivendo a info@exploremore.it. Rispondo quasi sempre.

Vuoi saperne di più? Il mio piatto preferito è la maionese.

Viaggi

Sono partito nel Gennaio 2010, a vent’anni, con un biglietto di sola andata per Melbourne, in Australia. Avevo 3.000 euro in tasca e non sapevo dove avrei dormito la prima notte. Pensavo di fermarmi per sei mesi, fare un’esperienza all’estero e al contempo chiarirmi un po’ le idee su cosa farne del mio futuro. Sono rientrato in Italia per la prima volta quasi cinque anni dopo. Questo è stato il mio primo viaggio, di cui niente era stato programmato in anticipo.

Durante il mio anno in Australia ho fatto quello che fanno molti backpacker: ho lavorato in una fattoria, poi in un ristorante, dopodiché ho comprato un pulmino con i soldi guadagnati e vissuto al suo interno i successivi quattro mesi, percorrendo circa 20.000 km da sud a nord e poi da est a ovest.

Dall’Australia mi sono spostato in Nuova Zelanda, dove ho vissuto due anni. Dopo aver viaggiato per alcune settimane in tenda e autostop nell’Isola sud, ho raggiunto Christchurch, città in cui mi sarei fermato se un terremoto non l’avesse distrutta. Sono finito nella capitale, a Wellington, da cui ho cominciato a progettare le tappe successive.

Durante questi primi tre anni avevo avuto modo di visitare il Sud Est Asiatico alcune volte, per brevi periodi. Avevo trascorso alcune settimane tra Vietnam, Cambogia, Tailandia, Malesia e Singapore. L’Asia mi incuriosiva molto e sapevo che sarei tornato per conoscerla più a fondo prima del rientro in Europa. Quando è arrivato il momento di lasciare la Nuova Zelanda il piano era chiaro: sarei volato nel più vicino stato asiatico e da lì avrei viaggiato fino in Europa senza mai prendere aerei. Dopo un anno di lavoro intenso avevo calcolato che con un po’ di attenzione i miei risparmi sarebbero durati tra gli otto e i dieci mesi. Prima tappa: Timor Est.

Ho viaggiato in Asia per quasi due anni. Dal Timor Est ho superato il confine con l’Indonesia, per poi proseguire attraverso Malesia, Brunei, Tailandia, Laos, Myanmar, India, Nepal, Cina, Kirghizistan, Uzbekistan, Iran, Turchia, Grecia, raggiungendo infine l’Italia. Durante questi venti mesi ho preso 234 autobus, 104 treni e 54 navi. Ho dormito in 209 letti diversi, anche se la mia casa, in realtà, era uno zaino da 40 litri. Ci sono stati anche un centinaio di taxi, altrettanti tuk-tuk, una carrozza a cavallo, 17 jeep, una dozzina di passaggi in autostop e, purtroppo, anche qualche aereo di troppo. In questa fase della mia vita sono successe tante cose, grandi e piccole. Sono stato quasi arrestato al confine con il Turkmenistan, ho fatto dieci giorni di silenzio nel luogo in cui si dice il Buddha abbia raggiunto l’illuminazione in India, ho camminato per quaranta giorni sull’Himalaya, dove ho toccato l’Everest ma ho anche perso la vista per qualche giorno. Cose così.

Il mio primo viaggio si è concluso a Settembre 2014, quando ho raggiunto Ancona con un traghetto dalla Grecia.

Ristabilirmi in Italia, dopo tutto quel tempo, era un po’ difficile. Così difficile che non ci sono riuscito. Dopo quattro mesi a casa ho deciso di spostarmi a Londra, dove ho vissuto un anno e mezzo. In questo periodo ho scritto un libro.

Ricordo che superati da poco i vent’anni i miei più grandi sogni erano riuscire a viaggiare senza limiti di tempo né spazio e scrivere un libro. Questi mi sembravano obiettivi immensi, incredibilmente più grandi di me, che probabilmente non avrei mai raggiunto nel corso della mia vita. I ritmi di Londra non concedono pause, ma in uno strano giorno di quiete durante un periodo un po’ basso, mi sono guardato indietro, rendendomi conto che a 26 anni avevo già fatto entrambe le cose. E adesso? Non doveva esserci un premio oltre il traguardo? Il me arrivato non doveva essere diverso, migliore, del me partito? Eppure, io mi sentivo sempre la stessa persona.

Nel 2016 sarei potuto andare ovunque nel mondo e viaggiare a tempo indeterminato. Sapevo come muovermi, avevo cominciato a lavorare su internet in modo consistente e avevo messo via qualche soldo. Ho fatto una cosa diversa: mi sono trasferito in Olanda e sono tornato a scuola. Oggi studio Letteratura ad Amsterdam.

Nel 2017 sono riuscito, dopo tanti tentativi, a spostare il mio lavoro interamente su internet. Ho approfittato subito del mio nuovo status di nomade digitale partendo per l’Armenia a Luglio. Via terra, in due mesi. Da Amsterdam attraverso la Germania fino in Polonia, poi in Ucraina, in Moldavia, in Transnistria e ancora in Ucraina, da cui ho preso un traghetto sul Mar Nero per raggiungere la Georgia e quindi l’Armenia in autostop.

Da allora torno a Est ogni estate per qualche mese, percorrendo itinerari poco battuti sperando di soddisfare la mia curiosità per questa zona del mondo di cui si sente parlare così poco. Nel 2018 ho viaggiato da Murmansk, la più grande città nel circolo polare artico, a Kerman, in treno, autobus e autostop.

L’anno successivo sono tornato in Asia Centrale, toccando quattro Stan in un giro da Almaty a Almaty, passando per il quasi scomparso lago di Aral.

Exploremore

Exploremore parte nel 2012, mentre vivevo in Nuova Zelanda, a metà del mio secondo anno in viaggio. Il blog nasce come mezzo e non come fine: volevo creare una vetrina in cui promuovere progetti differenti, in primo luogo le mie guide, ma anche esperimenti con fotografia e video, eventuali pubblicazioni future e le tante altre cose che avevo in mente. Non ho aperto un blog per fare il blogger, ecco. Piuttosto, avevo bisogno di un contenitore in cui testare, condividere e discutere le mie idee.

Le cose sono andate un po’ diversamente da come immaginavo. Il blog ha cominciato ad essere seguito ed io mi sono appassionato a raccontare ciò che mi accadeva lungo la strada. È diventato, di conseguenza, la parte centrale di questo sito.

Quello di Exploremore è un blog di viaggi atipico. Non ho mai recensito un hotel o un ristorante, non racconto di tutti i luoghi che visito e, per scelta editoriale, non scrivo dell’Italia. Non credo che il solo essere stati in un posto sia un motivo sufficiente per parlarne, non penso che questo sia il formato adatto ad ogni storia e non vendo uno stile di vita.

Il blog non è il mio lavoro e non è tra i miei obiettivi principali che lo diventi. In compenso, ha portato tante cose positive nella mia vita e per questo continuo a pubblicare racconti, spunti di riflessione e consigli. Grazie agli articoli qui presenti sono entrato in contatto con tante persone intraprendenti ed ambiziose che spesso sono diventate amiche, ho ricevuto offerte di lavoro e sono stato motivato a migliorare come scrittore e fotografo, con risultati che senza il confronto in rete non avrei mai raggiunto.

Cerco di pubblicare nuovi contenuti settimanalmente, ma sono attivo più spesso su Facebook e Instagram.

Per informazioni e collaborazioni info@exploremore.it.