Be Dingo-Safe: A Piedi Su Fraser Island

«..e dopo tre giorni di cammino giunsero stremati alla nave che li riportò sulla terraferma».

Tre giorni prima, il 10 Giugno di quest’anno:

«Ma come saranno fave quelli che spendono 300 dollari per fare un giro in macchina!»
«Davvero..che poi non vedono mica nulla, secondo me, a stare in otto appiccicati in quella jeep»
«No ma poi..cioe`..300 dollari!»
«No, infatti, che siamo pazzi..noi si va a piedi, basta organizzarsi, che vuoi che sia..»

Noi siamo i più ganzi. Che vuoi che sia una passeggiata sull’isola di sabbia più grande del mondo, tre giorni di campeggio tra spiaggia e foresta pluviale, meglio che andare in villeggiatura alle Maldive. Non siamo mica come quei fessacchiotti che si fanno vendere un tour da 300 dollari per fare un giro in macchina su Fraser Island. Noi siamo quelli furbi.

Giorno 1

E fu così che partimmo, zaini carichi di provviste, tende e sacchi a pelo, per Fraser Island, questa isola nel sud del Queensland, lunga oltre 120 km e larga una trentina. Una grande lingua di sabbia ricoperta da una fitta foresta pluviale, chiamata spesso il paradiso delle 4×4, dato che da diversi anni a questa parte si sta trasformando in un parco giochi per la guida fuoristrada. Già sulla nave notammo di essere gli unici ad aver evitato un tour, ma fu solo una volta scesi, vedendo tutti sparire sgommando davanti a un grande polverone, che ce ne rendemmo conto davvero. Ci incamminammo verso la prima tappa, una zona campeggio al centro dell’isola, in cui avremmo sicuramente trovato compagnia, la Central Station, a circa 7 km dal porto. Fu in questa prima tratta che notammo i cartelli di attenzione. “Be Dingo-Safe”, “Don’t feed the dingos” ( “Stai attento ai dingo”, “Non dare da mangiare ai dingo” ) e tutta una serie di procedure da rispettare nello sfortunato caso in cui un branco di dingo decida di attaccare. Più che il testo sui cartelli, era il numero a preoccuparci: centomila cartelli di ogni forma e dimensione si susseguivano lungo il percorso. Un po’ perplessi, continuammo, fino ad arrivare dopo qualche ora, a destinazione. Campeggio deserto. Piantammo la nostra tendina verde, in uno spiazzo nella foresta, e andammo a fare un giro. Essendo soli in mezzo al nulla, decidemmo di arrivare a un punto relativamente vicino, rispettando i sentieri, e tornare prima di buio. Ovviamente, prendemmo una pseudo-scorciatoia letta su una cartina molto elementare, girata al contrario, e, ovviamente, eravamo persi prima di potercene accorgere . E ovviamente si face buio. Ci trovammo così soli, di notte, in mezzo alla giungla, senza neanche un fiammifero ad illuminare la via, come farebbe ogni bravo boy-scout. Ci volle qualche ora a trovare la strada di casa, ma ci riuscimmo e ritrovammo la nostra tenda. Andammo a letto presto, ma verso le 4 del mattino sentimmo un rumore proveniente da fuori, dagli zaini. Un dingo. Nell’indecisione tra il farci sbranare gli zaini e uscire per uno scontro all’ultimo sangue, Lorenzo prese coraggio e dopo uno scatto felino iniziò a picchiare gli zaini con un bastone. Il rumore finì, e nel successivo momento di calma, vedemmo il topolino di circa 1,5 cm uscire noncurante dalla scatola di crackers, lasciata aperta.

Giorno 2

«Dai, questo è comunque un posto turistico, la gente deve pur essere da qualche parte..»
«Si, saranno sulla spiaggia..»
«Ovvio, cazzo, sono di sicuro a campeggiare sulla spiaggia!»

Svegliati dalla guerra laser in atto tra gli uccelli sugli alberi, ci incamminammo dal lato opposto dell’isola, verso l’oceano. Circa 15 km di trekking, sulla sabbia, e con oltre 10 kg sulle spalle. Ma noi siamo quelli furbi. Ci volle buona parte del giorno per raggiungere la spiaggia, e nel pomeriggio arrivammo. «La zona campeggio è a 2 km da qui, speriamo ci sia posto arrivando a quest’ora..». La zona campeggio, ovviamente, era deserta. Dopo una cena a base di scatolette di tonno e carote, lo vedemmo. Il primo dingo, vivo e vegeto questa volta, passare lentamente dietro la tenda. Merda. Nel panico decidiamo che è meglio spostarci, ma nel momento in cui iniziammo a sbaraccare, passa il ranger, così gli chiediamo aiuto. «Mettete gli zaini su un albero e chiudetevi in tenda, tutto andrà bene, non vi preoccupate. Passo domani a controllare che siete ancora qui». Grazie.

Ci chiudemmo in tenda alle 7, e fu una delle notti più lunghe della mia vita. Riuscivamo a sentire i dingo girare intorno alla tenda in cerca di cibo, annusare e spingere contro la nostra testa e piedi. Quattro o cinque almeno, ma forse dieci, forse mille, un miliardo di dingo. Tutti la fuori, nel buio, come un esercito ad aspettare il momento dell’attacco. E noi, sul punto di cagarci addosso dalla paura, nel nostro piccolo igloo verde, con i nostri fidati bastoni alla mano, pronti a difendere la nostra fortezza. Ma quel momento non arrivò mai, per fortuna.

Giorno 3

Svegli alle prime luci dell’alba, uscimmo a ispezionare la zona. Il sacchetto di spazzatura che avevamo sotterrato era stato divorato. Gli zaini per fortuna erano ancora intatti sull’albero dove li avevamo appesi. Il ranger passò poco dopo, come promesso. «Oh bene! Siete ancora vivi!». Grazie.

Ormai eravamo giunti alla fine, era il momento di tornare. Peccato per i 22 km che ci separavano dal porto. Con tanta pazienza, ci mettemmo ancora in cammino. Tutto il giorno o quasi per arrivare alla nave. Incontrammo delle ragazze inglesi, di ritorno da un tour.

«Com’è andata?»
«Bene, all’andata ci sono scoppiate 2 gomme, ma poi la sera ci siamo ubriacate, avevamo 200 dollari di alcol dietro, e oggi eravamo in coma, siamo riuscite ad addormentarci sulla jeep! E voi?»
«Mah..noi abbiamo lottato con un topo, stavamo per essere sbranati da un branco di dingo, e abbiamo camminato circa 45 km in tre giorni..vi è piaciuta l’isola?»
«Si..ehm..il mare era..bello..»
«…»

  1. Davvero una bella avventura…xò io a dir la verita non sò se lo avrei fatto…ma fraser island non è l'isola lunga dv da una parte dell isola la sera cè l'alta marea che ricopre tutta la spiaggia?!
    Cmq io se ci vò penso di andare a fare due freni a mano con la jeep…;)…sn sincero…farei compagnie a quelle due tedesche 😉

    1. la marea copre la maggior parte della spiaggia, ma non so da che parte dell`isola..no ma infatti anche con la jeep deve essere ganzo, pero` spendere 300 dollari per andare a mezzarsi..ci posso stare gratis e mezzo sulla terraferma con le tedesche!

  2. hahahahahah ti adoro, questa è la più bella.
    e la verità è che noi in tenda, con i dingo intorni, ridevamo. ridevamo a crepa pelle, perchè non c'era altro da fare… però poi svegli tutti la notte…

    1. ho tralasciato i dettagli sulla guerra laser, nessuno avrebbe capito..comunque ce` da dire che ci si cacava in mano..pero` ora vorrei un branco di fedeli dingo sempre con me..

  3. Vuoi dire che nn avete visto nient'altro di fraser? ci sono vari "laghetti", dune di sabbia, percorsi con guida ecc…sorry saro' pure una delle allocche che ha pagato x un viaggio organizzato, ma almeno avevo chi mi spiegava le cose…Io al vs posto ero morta di paura!

    1. Ciao!Non ti preoccupare, non mi offendo, hai pienamente ragione. Non dico che i tour siano brutti, o che non si veda l'isola, anzi, sono convinto che ci si diverta un sacco e si veda sicuramente di piu` in fatto di quantita`. Stando facendo pero` un viaggio intorno a tutta l'Australia, con un budget relativamente limitato, 300 dollari erano troppi. E` vero non ho potuto vedere tutto quello che hai visto tu purtroppo, ma la nostra e` stata un'esperienza..diversa! Se prendo un po` in giro i tour comunque, e` piu` che altro perche` la maggior parte dei personaggi che abbiamo incontrato erano combriccole di inglesi che hanno passato 3 giorni (o meglio, 3 notti) a bere ed essere in coma il resto del giorno, che non e` niente di male, ma posso farlo sulla terraferma e risparmio qualcosa.
      Comunque si, anche noi siamo morti di paura!
      Grazie del commento, ciao!

  4. GRANDIIIII!!!! Lo so, ci si perde un sacco di cose, ma il fatto che sia un'esperienza "diversa" non significa che non valga comunque la pena! Ovviamente si deve lasciar andare l'ego turistico perche' si tornera' senza aver visto tanti dei posti "da collezione" che compariranno nelle foto dei piu', ma io fuori dal circuito ho vissuto avventure impagabili.

    Certo, poi, se i tour fossero frequentati solo da gente con mentalita' simile alla propria sarebbe forse piu' facile scegliere di aggregarsi.

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