Auroville: Un’Introduzione

Auroville è in India, ma non è l’India. Una piccola comunità da duemila abitanti a meno di venti chilometri di distanza dalla ex-colonia francese di Pondicherry, Auroville è la realizzazione pratica di un sogno che già in molti hanno dichiarato utopico.

Auroville nasce alla fine degli anni sessanta dalle idee di Mirra Alfasa, una donna francese conosciuta come La Madre, The Mother, collaboratrice del guru indiano Sri Aurobindo. La Madre aveva una visione: creare una comunità da 50.000 abitanti in cui le persone di ogni nazionalità e provenienza potessero vivere in armonia, cercando insieme di crescere spiritualmente e raggiungere l’unità, attraverso la ricerca, l’educazione e la pace. Questo sogno prende concretamente forma nel 1968 quando su una arida landa abbandonata, sulle coste del Tamil Nadu, persone provenienti da 124 paesi diversi si riuniscono depositando all’interno di una giara della terra proveniente da ognuna delle nazioni. Questa giara diventerà il centro geografico di Auroville.

Dal giorno della fondazione, il 28 Febbraio, ad Auroville ha per prima cosa avuto inizio un processo di riforestazione e in un’area che è stata desertica per oltre 250 anni oggi si trova una fitta foresta composta degli oltre due milioni di alberi che negli ultimi quarant’anni sono stati piantati. Il progetto Auroville rimane ancora alla prima fase ed è da considerarsi in construzione, nonostante siano passati più di quarant’anni dalla nascita. Oggi si contano circa 2.300 aurovilliani, due terzi di essi non-indiani provenienti da una cinquantina di nazioni differenti. Uno degli obiettivi fin dall’inzio è stato quello di creare una comunità completamente autosufficiente e nel corso degli anni molti esperimenti sono stati curati per quanto riguarda la produzione di energie rinnovabili, progetti di permacultura nelle fattorie e riciclo dell’acqua, ma nonostante ciò Auroville non riesce ancora a sostenersi del tutto senza l’aiuto esterno.

Fin da principio la filosofia di Auroville è stata apprezzata ed accettata da molte personalità importanti. Indira Gandhi, il primo ministo indiano ai tempi della fondazione ha ammesso pubblicamente la propria speranza per lo sviluppo di Auroville “in un luogo di luce e pace”. L’UNESCO ha continuato a supportare sia moralmente che finanziariamente Auroville fin dagli anni sessanta e recentemente, nel 2009, il Dalai Lama ha visitato la città per inaugurare una struttura dedicata al Tibet, il Tibetan Pavillion. Diversi governi hanno inoltre colto il messaggio di Auroville e fondi per lo sviluppo continuano ad arrivare da ogni parte del mondo per dare la possibilità al progetto di prendere forma.

Quindi cos’è esattamente Auroville? Una comunità hippie? Un’esperimento sociale? Un’attrazione turistica? Chiedendo agli abitanti l’unica risposta che si otterrà è: una città. Una città fondata su principi differenti rispetto a quelli tradizionali, certo, ma nient’altro che una città. I principi sui quali si basa Auroville sono diversi e non tutti così semplici da capire. È facile dire qui si trovano un gruppo di persone che semplicemente vogliono vivere in pace, lontane dal modello di società occidentale, ma cosa significa questo a livello pratico? Significa, ad esempio, che ad Auroville non esiste proprietà privata, tutto ciò che sul suo suolo viene costruito non si può vendere o comprare. Significa la quasi assenza di soldi, gli aurovilliani utilizzano un intricato sistema di carte ricaricabili e scambio di lavoro che riducono al minimo ogni transazione monetaria (anche se in questo sistema i visitatori non entrano a far parte). Significa che non si è identificati per la professione che si svolge e chiunque può diventare ciò che sente più vicino a sé stesso, che sia questo lavorare in una fattoria oppure insegnare un’arte. Significa la volontà collettiva di imparare ad ascoltare il proprio corpo dall’interno ed essere indipendenti dagli impulsi esterni, e questo avviene attraverso corsi ai quali si può partecipare, incontri di meditazione collettiva, o lo scambio diretto con persone provenienti da realtà diverse.

Diventare aurovilliani, però, non è per niente facile. Auroville non è un luogo semplice in cui entrare, non è una comunità accogliente nei confronti dei turisti ed è difficile entrare in contatto con qualcuno che possa dare spiegazioni approfondite su tutti i dubbi che si creano, quando si è in visita per poco tempo. Per capire come diventare cittadini di Auroville, bisogna prima capire chi è che prende le decisioni. Perché sì, Auroville appartiene all’umanità intera, ma ci sarà pure qualcuno seduto dietro una scrivania. Auroville non funziona con un sistema a piramide come la maggior parte dei governi del mondo. Auroville funziona attraverso diverse (e numerose) organizzazioni che si intrecciano per far sì che le decisioni giuste vengano prese, ma che allo stesso tempo le minoranze abbiano il peso che meritano. L’Auroville Foundation Act, la cosa più vicina ad una costituzione, è il documento ufficiale sul quale Auroville si basa. La Fondazione Auroville è quindi l’organizzazione che si occupa della gestione della città per conto dell’umanità.

L’Auroville Foundation Act stabilisce che tre differenti corpi si occupino di governare Auroville. Il primo di essi è la Governing Board è l’unica organizzazione di cui fanno parte membri del governo indiano, oltre ad autori, artisti e tecnici, e si occupa del controllare che il progetto Auroville proceda nella direzione descritta dal documento ufficiale. Questo ente inoltre si occupa di tutti gli aspetti legali per cui è necessario lavorare con il governo indiano, ad esempio i visti per i residenti e le riforme sulle tasse. Un segretario viene eletto ogni quattro anni per gestire questo ente.

Il secondo corpo è l’Assemblea dei Residenti. A questa può partecipare ogni abitante di Auroville che abbia compiuto 18 anni ed è attraverso di essa che tutte le decisioni interne vengono prese. Perché una decisione sia presa almeno il 10% dei residenti deve essere presente per procedere alle votazioni. Perché qualcuno possa proporre il cambiamento di una legge è necessario raccogliere le firme di almeno il 10% della popolazione. Una volta raccolta le firme si formeranno quindi una serie di gruppi di studio che prendono in esame la questione, prima di portarla all’Assemblea dei Residenti. Questo processo è lungo e spesso lento, ma è creato di modo da non tralasciare nessuna idea, anche quando questa viene da una minoranza ristretta.

Il terzo corpo è l’International Advisory Council, ossia un’organizzazione internazionale che rappresenta tutte le organizzazioni e gli stati che supportano Auroville, che serve a dare supporto e consigliare la Governing Board in caso di bisogno.

Oltre a questi tre gruppi esistono un’altra quindicina di commissioni speciali che si occupano direttamente di settori come l’agricoltura, l’organizzazione del lavoro o lo sviluppo del progetto architettonico.

Uno di questi gruppi è il cosidetto Entry Group, che si occupa dei rapporti e delle decisioni riguardanti coloro che vogliono divenire aurovilliani. Diventare abitanti di Auroville, è un processo lungo, complesso e costoso. Per farla breve, bisogna provare di voler rinunciare alla propria vita altrove per passarla ad Auroville. Dopo un primo colloquio, che avviene solitamente dopo un periodo di volontariato nella comunità, si viene accettati per un anno di prova. Durante questo anno è richiesto di continuare a contribuire con lavoro volontario, è vietato lasciare l’India, pagare un contributo mensile alla comunità, e non ricevere lamentele o critiche sul proprio comportamento da parte degli altri abitanti. Alla fine dell’anno un nuovo colloquio stabilisce se si può divenire aurovilliani ed entrare a far parte della Master List.

Ad oggi l’interesse nei confronti di Auroville è in costante aumento, sia dal punto di vista turistico che dal punto di vista sociale. Gli aurovilliani ci tengono a chiarire che né la città, né il Matrimandir – una grande struttura dorata al cui interno vi è una sala meditazione con la più grande sfera di cristallo al mondo – sono attrazioni turistiche, ma è difficile fermare i curiosi in arrivo con le macchine fotografiche. Sempre di più sono i giovani che fanno domanda per tirocini e percorsi di apprendimento ad Auroville ed in progetto c’è la costruzione di un’università che seguirà i principi d’insegnamento di Sri Aurobindo, proponendo un’educazione non direttamente legata al mercato del lavoro ma più alle necessità fisiche, intellettuali e spirituali degli studenti.

Auroville rimane difficile da definire. È un luogo sul quale è facile essere scettici, un posto dove si può ridere di fronte a persone che abbracciano gli alberi e dove i 50.000 abitanti sperati sono lontani dall’arrivare. Ma qualcosa di concreto sta succedendo e per chi ha la volontà di abbandonare gli schemi conosciuti, forse qualcosa da imparare da questo posto unico al mondo, c’è.