Guida Compatta a Viaggiare per Sempre

La domanda, qui, non è se viaggiare per sempre sia possibile o meno, ma piuttosto se veramente è quello che vuoi dalla vita. L’idea di poter passare il resto dei propri giorni ad esplorare il pianeta in modo ininterrotto può suonare attraente, ma chiunque abbia mai viaggiato a lungo termine sa bene che restare motivati farlo è più difficile del previsto. Viaggiare per sempre, si può. Non è neanche troppo difficile. Mantenere la convinzione che questo sia il percorso adatto a noi, mentre il mondo gira in senso inverso, è più complicato.

Una premessa del genere è dovuta, ma non per danneggiare il morale chi sogna di vivere viaggiando. È necessaria per chiarire che non è tanto sul concetto di “viaggiare” che ci si trova in difficoltà,  quanto su quello di “per sempre”. Il viaggiatore, per natura, è alla continua ricerca del nuovo, si muove per stupirsi e per conoscere, per affrontare l’imprevisto e i propri limiti. Se da principio questo è relativamente semplice, con il tempo diventa più complesso apprezzare i dettagli e trovare la volontà di procedere. Il viaggio diventa routine, abitudine. E la vita torna ad essere piatta.

Negli ultimi cinque anni e venti paesi non sono sempre stato in movimento, mi sono fermato a lavorare per lunghi periodi e ho alternato mesi di turismo a mesi di sosta. Di fatto, per me è stato un viaggio continuo. Durante questo percorso gli alti e i bassi si sono alternati talmente spesso da permettermi di capire come bilanciare le situazioni che inevitabilmente si presentano e seppure oggi sto scegliendo di fermarmi, ho avuto il tempo di inventarmi il modo di proseguire a tempo indefinito. Volendo, potrei continuare a viaggiare, senza piantare radici troppo profonde in nessun luogo preciso, altri cinque anni o magari di più. Questa è una guida che spiega come fare.

Preparazione

Purtroppo mettere in atto l’idea del “mollo tutto e parto” non è immediato come suona. Senza una disponibilità economica a fare da paracadute, per organizzare un viaggio a lunghissimo termine ci vuole un po’ di organizzazione. Bisogna pensare a tre cose in particolare:

Competenze Personali

Perché un viaggio infinito abbia successo è importante sviluppare delle competenze che siano facilmente esportabili. Non è detto che queste debbano essere utilizzate sempre, ma essere bravi in un’arte o professione può portare lontano, ovunque. Ad acquisire tutte le conoscenze necessarie per inventarsi un lavoro o riuscire a vendersi in diversi continenti ci vuole tempo. Mesi o addirittura anni. È possibile sopravvivere a lungo svolgendo lavori saltuari, ma in questo caso non si tratta solamente di mantenersi. Riuscire a fare delle proprie passioni un lavoro significa essere sempre stimolati e provare piacere nell’investire il proprio tempo in qualcosa di produttivo non solo a livello economico. Il primo passo è quindi capire quale tra le proprie passioni è la più adatta ad essere portata in viaggio, che sia questa diventare un’artista di strada o un dottore, per poi farne un progetto di vita slegandosi da un luogo fisico.

Soldi

Un cuscinetto d’emergenza è necessario. Prima di partire è una buona idea accumulare abbastanza soldi da aiutarti ad uscire da eventuali situazioni scomode. Questa cifra non deve essere elevata, sufficiente a comprare un biglietto aereo o a coprire qualche mese di affitto. Non dovrebbe mai essere toccata finché esiste alternativa. Tenere, ad esempio, 2.000 € in banca, ma utilizzare solo ciò che si guadagna per strada per continuare a muoversi. Se ciò che si guadagna non basta, fermarsi e recuperare. Viaggiare può costare poco, ma nessun budget è illimitato. Lavorare andrebbe visto come parte del percorso e non come un ostacolo. In fondo, non è di una vacanza che stiamo parlando. La situazione ideale è quella di chi riesce a crearsi delle entrate passive, oggi più facile grazie ad internet, magari aprendo un’attività che una volta avviata non ha bisogno della nostra presenza fissa.

Esperienza

Chi vuole viaggiare per sempre, di solito, è chi non ha viaggiato mai. È un sogno un po’ romantico, che in pochi, alla fine dei conti, vogliono si trasformi in realtà. Per questo un po’ di esperienza con il viaggio a lungo termine è l’unico modo per prendere le misure sul proprio futuro. Prima di dire “parto e non torno più”, forse è opportuno prendersi tre o sei mesi per testare cosa vivere in uno zaino significa davvero. Anche chi semplicemente si trasferisce all’estero, spesso non si rende conto di ciò che ha lasciato, fino a quando questo non è ormai lontano. Un periodo di prova serve anche a capire quali compromessi siamo pronti ad accettare e quali troviamo eccessivi. Il nomadismo è affascinante, ma i sacrifici che questo richiede non sono per tutti.

In Viaggio

La Terra è un posto meraviglioso. Neanche attraversando ogni singolo paese si potrà dire di conscerne ogni faccia. Per chi decide di viaggiare in modo permanente il tempo diventa la principale risorsa da gestire. Perché questo sia possibile, ci sono diverse cose da considerare:

Punti Fermi

Vedere tutto e non conoscere niente. Muoversi di continuo, spostarsi da una destinazione all’altra senza sosta, oltre a diventare stancante, alla lunga ha poco senso. Viaggiare lentamente permette di entrare a contatto con persone e luoghi in un modo che chi parte per le due settimane di vacanza l’anno non può neanche immaginare. Approfitta di questo lusso. Trova dei punti di riferimento, in cui ti senti a tuo agio. Non si tratta solo di luoghi, ma anche di persone. La necessità di costruire rapporti più profondi di incontri casuali si farà sentire e non va evitata. Scegliere due, tre, quattro luoghi nel mondo su cui appoggiarsi quando serve è l’ideale. Queste possono essere città in cui si hanno amicizie, oppure dove ci è permesso lavorare, o, ancora, dove i visti concedono il facile ingresso. Ognuno ha i suoi, a partire da casa propria, e ognuno sceglie di tornarci in tempi diversi. C’è chi deve fare una sosta ogni pochi mesi e chi può permettersi di fare il turista per anni, ma mantenere e curare i rapporti umani è fondamentale.

Soldi, Ancora Soldi

Senza soldi andrai poco lontano. Non ne servono troppi, ma ne servono abbastanza. Il gruzzolo messo da parte non durerà per sempre, ma per fortuna lavorare lungo la strada è possibile in molte parti del mondo. Ovunque, forse. Per uno spunto su come guadagnare viaggiando non troppo tempo fa ho elencato 48 modi diversi per farlo. Qualcuno preferisce lavorare intensamente per lunghi periodi e poi comprare la libertà nei mesi consecutivi, mentre altri tirano avanti con quello che capita, non preoccupandosi troppo del futuro. Riuscire a guadagnare viaggiando, però, non ha molto senso se non riesci a risparmiare. La prima cosa a cui pensare dovrebbe essere eliminare i costi fissi, che per chi si lascia tutto alle spalle si riducono alle spese bancarie e un’assicurazione sanitaria. Sull’assicurazione è difficile tagliare, ma sulle spese bancarie essere nomadi può aiutare. Tra i punti fermi infatti sceglierne uno che permette di aprire un conto gratuito è una buona idea. Ancora meglio se questo conto produce degli interessi, ottimo se questi interessi coprono le spese di prelievo. I costi di viaggio invece possono essere tagliati quasi tutti, quasi completamente. Basta un po’ di ingegno e la volontà di farlo. Dai costi di alloggio, a quelli dei trasporti a quelli del cibo, ci sono un sacco di risorse a disposizione dei viaggiatori più frugali.

Seguire i Propri Interessi

Immedesimandosi nei viaggi altrui, ci si immagina sempre a bocca aperta in famose città d’arte, a fotografare Patrimoni dell’Umanità, a camminare sulle vette più alte o discutere con le persone più curiose. La realtà è un po’ differente. Il gusto per l’arte, ad esempio, non è universale. Così come non è la predisposizione ad esplorare gli ambienti che all’uomo sono ostili, oppure ad essere sempre socievoli. Devi trovare l’esperienza adatta a te e capire quali conoscenze ti interessa approfondire. Certo, tutto va provato almeno una volta. Ma se i siti religiosi sembrano tutti uguali l’uno all’altro è inutile insistere. Se del silenzio dei musei non ne puoi più, non ha senso andarci solo perché sono sulla lista delle cose da fare. Inseguire le proprie passioni si rivelerà invece molto più soddisfacente e costruire il proprio percorso intorno ad un aspetto specifico del viaggio permetterà di vedere il mondo da una prospettiva unica e personale. Qualcuno segue i festival di musica, altri l’onda perfetta, ci sono i dipendenti da adrenalina che non vanno dove non c’è pericolo, i ciclisti che pedalano senza meta, chi si immerge nelle migliori barriere coralline, chi va a a trovare la luce in India e così via. Per capire la direzione da prendere è necessario viaggiare un po’, seguire la propria curiosità quando questa è genuina, senza dedicarsi esclusivamente a ciò che si trova sull’elenco dei “Must Do”.

Ridurre al Minimo

È semplice: se non entra in uno zaino, non serve. Inizialmente può sembrare un sacrificio, ma il trucco è abituarsi al minimalismo il prima possibile. La mancanza di oggetti inutili comincerà ad essere apprezzata sentendosi leggeri e dando più valore alle esperienze che alle cose. Muoversi spesso trascinandosi dietro più di quanto si riesca a sollevare è irrealistico ed è bene ricordare che da ogni oggetto che possediamo siamo in qualche modo dipendenti. Più si riduce ciò di cui si ha bisogno, meno si spenderà in acquisti, trasporto, fatica e tempo. Tutte cose di cui in viaggio non si può fare a meno.

Accettare i Propri Limiti

La parte più difficile è ammettere che le cose non sono come le avevamo immaginate. Arriveranno le delusioni e i giorni in cui i dubbi saliranno alla testa. Il primo modo di superare i propri limiti è accettandoli. La fortuna di chi viaggia per sempre è che non deve arrivare da nessuna parte, quindi non può fallire.

Tornare

Tornare? Ma non dovevamo viaggiare per sempre? La maggior parte di coloro che partiranno con questa idea finiranno, prima o poi, per tornare a casa. Gli altri ci dovranno passare, per il semplice fatto che la Terra è rotonda. Il ritorno non è necessariamente una conclusione, ma fare tappa dal punto in cui siamo partiti può essere una buona occasione per confrontare il passato con il presente.

Misurare i Propri Successi

Viaggiare è la cosa giusta da fare? È egoista? C’è davvero un beneficio? Qual è il fine? Dove arrivare? Nessuna di queste domande troverà una risposta a casa, anzi, probabilmente aumenterà lo stato di confusione che ha portato a porsele in primo luogo. Il problema è che un’esperienza come il viaggio a lungo termine è talmente soggettiva da non poter essere confrontata con quella di nessun altro. L’obiettivo non può essere definito in anticipo e quindi è difficile capire se questo è stato raggiunto. Tornando al punto di partenza, però,avrai modo di osservare le differenze tra chi eri ieri e chi sei oggi.

Gli Altri

Gli altri non capiranno. Va bene così.

Ripartire

Riparti, prima che sia troppo tardi. È facile ricadere nella comodità delle abitudini dopo mesi o anni sulla strada. È facile cominciare a rimandare, perdere il tempo che avanza, perdere il ritmo. Comprare cose, appesantirsi. Lasciarsi andare e trovarsi incastrati tra un “L’estate prossima riparto” e un “Devo mettere via più soldi”. Tutte le scuse che ti hanno fermato per così a lungo dal partire tornano magicamente anche quando hai provato sulla tua pelle che sono tutte balle. Per è necessario prendere una decisione. Se viaggiare è quello che vuoi, non c’è tempo da perdere.