Un Piano di Vita per una Vita Senza Piani

La domanda è sempre la stessa da settimane: “E ora?“. La risposta invece tende ad essere ogni volta un insieme di suoni disordinati: “Ehm… Mah… Sai, io… Probabilmente…“. Il succo è questo: io non so che farne della mia vita e mi sento più perso da quando sono tornato a casa che quando ero a cercare terreno piatto per piantare la tenda che non era neanche mia in Kyrgyzstan. Ma le domande sono impellenti e uno vorrebbe trovare una risposta convincente, almeno per sé stesso se non per gli altri, che dia un po’ di significato alle proprie azioni. “Allora che fai, riparti? Ti fermi? Per quanto? E se ti fermi cosa fai? E se riparti dove vai? E se vai dove vai cosa ci fai dove vai?” sono tutti quesiti che mi hanno messo un po’ di pressione addosso e mi hanno portato all’unica soluzione possibile: serve un piano.

1. Capire gli Obiettivi

Se ci fosse un obiettivo unico su cui puntare il dito sarebbe facile: essere felici. Credo che tutti si troverebbero d’accordo in questo tanto quanto credo che nessuno sia in grado di dare una definizione pulita di felicità. È un termine astratto e consumato, che mi piace poco usare perché senza i fatti non vuol dire niente. Per cercare di avvicinarsi alla felicità senza sapere cosa essa sia, l’unico modo è andare per tentativi. Questi tentativi, che sono poi le esperienze che collezioniamo, richiedono tempo e di tempo ne abbiamo poco. Il primo obiettivo quindi è trovare il tempo da impiegare in ciò che mi arricchisce.

Per me, come per la maggior delle persone che conosco, il tempo spesso si riduce ad una questione di soldi. Potersi permettere di non vendere le otto ore migliori della propria giornata nella parte migliore della propria vita a qualcun altro è un lusso di pochi. Per questo le due opzioni sono di rendere le proprie passioni un lavoro oppure crearsi un lavoro che non costi tempo. Cose rare e forse difficili, ma non impossibili.

Trovato il modo di avere tempo e soldi sufficienti è da decidere come impiegare queste risorse, senza sprecarle. Negli anni passati mi sono reso conto che i periodi migliori li ho passati in situazioni che non avrei in nessun modo potuto calcolare, che le persone e gli eventi che mi hanno sorpreso sono state anche quelle arrivate con il caso. Prevedere ogni fase della propria vita è una ricetta per la noia ed è importante quindi lasciare lo spazio per gli imprevisti, che poi diventano opportunità. Come? Viaggiare, per me, è stato buon sistema per mettersi sempre a confronto con il nuovo, sia per quanto riguarda i luoghi, che i rapporti con le persone, che il proprio carattere. Se il viaggio è una forma di educazione, utilizzare le proprie idee per curare progetti che siano significativi per me e per gli altri è il passo conseguente.

2. Gli Ingredienti

Riassumendo: vorrei continuare a viaggiare e continuare a far ruotare intorno a questi viaggi un progetto, probabilmente editoriale, che abbia un valore e finisca per diventare un lavoro. Mi piacerebbe lavorare a tempo pieno su queste idee, ma non ho invece grande interesse a fare del viaggio una cosa permanente. Alternare mesi di movimento a mesi di sosta, sarebbe la soluzione più equilibrata, sia per mantenere stabili i rapporti con persone che altrimenti rischierei di perdere, sia per avere una base nella quale fermarsi e prendere le misure.

Il primo passo per avvicinarmi a questa condizione è tentare di creare un’entrata passiva che mi dia un po’ di libertà di movimento. Con le guide ho avuto una buona esperienza e ho intenzione di continuare su questa linea, ma rimango cosciente del fatto che il mercato delle informazioni non ha bisogno di me per sopravvivere e devo quindi lavorare su altre vie, che potrebbero passare dall’intrattenimento a prodotti veri e propri. Si dice che il miglior modo di guadagnare in modo passivo su internet sia diversificando il più possibile i canali di entrata, ma penso che per me funzioni meglio fare poche cose, ma farle meglio. I soldi non saranno mai molti, ma una volta creato un piccolo flusso costante, questo mi permetterà di diventare independente da un luogo fisso e mi darà la possibilità di concentrarmi su obiettivi più a lungo termine e/o dai risultati incerti, senza troppa ansia. Che non significa essere nomadi, ma solo avere la libertà di scegliere dove e per quanto fermarsi. In un anno penso che potrei arrivare ad una situazione del genere, se avessi disciplina.

Alla base di qualsiasi cosa voglia fare, c’è la disciplina. Purtroppo è difficile da mantenere quando tutte le grandissime idee che arrivano nel cuore della notte rimangono un eco nella propria testa senza mai uscirne. Senza ricevere ordini e senza avere date da rispettare è facile cadere nella procrastinazione e finire per perdere l’entusiasmo. Anche la disciplina è una cosa che si allena, è necessario stabilire delle tappe intermedie e fare in modo di arrivarci.

Non importa comunque quanto impegno ci metta, realisticamente creare una quantità sufficiente di contenuti digitali e mantenere questi aggiornati è un lavoro troppo grande per una persona sola. Per questo avrò bisogno di cercare collaboratori con una visione vicina alla mia, che abbiano voglia di condividere lo stesso percorso e portare il proprio contributo.

Quindi, queste sono le fondamenta: un’entrata di base attraverso Exploremore, la costanza di portare avanti le idee che richiedono più tempo, persone vicine con una direzione simile in mente.

3. Partire

Potrei partire domani, senza fare niente di tutto ciò che ho detto fino ad ora. Potrei viaggiare con poco e viaggiare lontano, come ho fatto fino ad ora. Ma quanto può durare? Non lo so. Purtroppo o per fortuna, la strada che ho intrapreso fino ad oggi non mi dà la possibilità di fare un confronto con altre persone con le mie stesse radici. Nell’incertezza ho trovato un’identità, ma adesso, viene spontaneo pensare al futuro. Potrei continuare ad alternare un anno di viaggio ad un anno di lavoro temporaneo o stagionale, potrei continuare per almeno dieci anni e potrei stare bene. Potrei non preoccuparmene e prendere quello che viene. E non sarebbe così male. Ma, semplicemente, credo, con un po’ di sacrificio, di poter fare di meglio e dare un po’ di valore a qualcosa che altrimenti smetterebbe di averne. Per non far diventare il viaggio solo una distrazione alla vita monotona in cui i giorni, i mesi e gli anni si ripetono fino alla morte, penso che farlo diventare parte di un disegno più grande possa dargli un nuovo significato, possa renderlo un mezzo più che un fine.

Ho accettato il fatto che probabilmente non avrò mai una casa mia e che investire in anni di studi oggi non dà più alcuna conferma, e questo rende certamente alcune scelte più leggere. So che alcune porte per me sono chiuse e che quindi è inutile perdere tempo cercando di aprirle. Per questo non sento il bisogno di legarmi ad un luogo.

4. Gli Ostacoli

E ora?” la domanda si ripete. Non riuscirei a dire in faccia a qualcuno che il mio piano attuale è inventare un lavoro che non esiste per poter avere una casa invisibile situata in una posizione che cambia a seconda di come mi sveglio la mattina. Non suona così resistente come progetto di vita ed è vero, è un po’ astratta perché si trasformi in realtà da domani. Ciò che mi preoccupa però non è la scoperta che quello che ho in mente non sia altro che aria fritta, ma piuttosto che a fermarmi siano ostacoli che mi sono creato da solo.

Il primo è l’ego, che potrebbe distrarmi e rendermi improduttivo. Con il blog mi sono accorto che per molti è più importante seguire un personaggio piuttosto che quello che un personaggio ha da dire. Per quanto questo possa gonfiare l’autostima, di fatto fa perdere un saco di tempo in cose completamente inutili come i social media o le statistiche. Se questo comincia a prendere il posto della creazione dei contenuti è difficile andare avanti.

Poi ci sono la quantità immensa di cose, beni materiali, che non so come mi trovo a possedere. Vivendo in uno zaino per diversi anni, adesso tutto ciò che supera un peso trasportabile mi sembra inutile, quasi fastidioso. Di fatto ogni cosa che ho intorno e non utilizzo spesso riesce comunque a farmi perdere del tempo, ad occupare un posto che potrebbe essere usato meglio. Dai vestiti ai dischi in eccesso, ogni oggetto dovrebbe scomparire per non dover essere lasciato indietro a fare la muffa quando è il momento di tirare l’ancora. Per una vita leggera è necessario scaricare più peso possibile.

L’Italia, infine, potrebbe essere la base sbagliata da cui partire, sia perché l’interesse per il viaggio a lungo termine è minimo, sia perché riuscire a stare a galla con progetti non legati esclusivamente al guadagno economico potrebbe non essere fattibile.

Quindi?

A volte cammino per strada, mi sembra di avere qualcuno alle spalle, e sento “E ora? E ora? E ora? E ora?“, ma sono solo voci. Non ho una risposta chiara, ma penso che una vita passata a scrivere per perdersi per scrivere di essersi persi non sarebbe così male. Forse è una fantasia, ma sto cercando di unire tutti i puntini e capire se di fatto qualcosa può venire fuori. I primi indizi e risultati ci sono stati, e anche se dal lato economico tutto il lavoro che sta dietro a queste pagine non vale certo il tempo che costa, c’è sempre qualcosa che mi dice che questo un giorno potrebbe cambiare.

  1. Angelo, le persone che hanno il tuo coraggio e la tua intraprendenza, vengono sempre premiate dalla vita, che tu abbia o non abbia un piano. Le persone che hanno il tuo coraggio sono quelle che mi hanno spinta a prendere una delle decisioni più difficili della vita solo un paio di settimane fa: lasciare un lavoro "sicuro" alla tenera età di 41 anni! Si, ho scelto di non vendere le otto ore migliori della mia giornata, nella parte migliore della mia vita a qualcun altro, e non perchè io me lo possa permettere, ma perchè ho cominciato ad amarmi e a seguire le mie passioni (viaggiare è la prima). Qualcosa accadrà. Lo so. Scrivi davvero bene. Il tuo blog è molto curato e interessante per chi concepisce il viaggio come esperienza di vita e non come distrazione dalla vita … quindi? in qualche modo, spero, continuerai a farlo…e se hai bisogno di collaboratori, tienimi in considerazione. In bocca al lupo! Simona

  2. Ciao Angelo,

    L'ottimismo magari non basta ma tu hai anche sostanza e una qualità, quella di scrivere bene, fondamentale per lavorare online!

    Sono convinto che ormai essere 'location independent' ê un'opzione reale e non più solo un'idea da sognatori.

    Traduttori, scrittori, programmatori, webmaster, grafici… ne ho conosciuti tanti viaggiando e credo anche tu.

    Ci sono comunità online e forum dedicati ai ' digital nomads', o agli imprenditori che decidono di avviare un'attività online trasferendosi in un paese più caldo ed economico del loro d'origine…

    Si può fare!

    E molti hanno un modo di viaggiare diverso dal backpacker. Affittano una stanza invece di stare nell'ostello più economico. Vanno a lavorare in un caffè invece di girare con la lonely planet.

    Anch'io come Simona ho mollato un lavoro sicuro, volevo costruire un business che non mi leghi ad un posto fisso.

    Per me ci sono voluti due anni ma é stata una bellissima esperienza!

    Un saluto

    1. Ciao Daniele,

      Grazie del commento, come hai immaginato ho conosciuto diverse persone che hanno fatto quel percorso e forse proprio per questo ci sono alcune cose a cui penso due volte. La prima è che sì, il nomadismo digitale è affascinante, ma spesso si tratta in realtà solo di freelance sottopagati costretti a vivere in un paese del terzo mondo perché altrove il costo della vita è troppo alto. La libertà può diventare una prigione e non vorrei cadere in una cosa del genere. Poi negli ultimi tempi mi sono reso conto che quello che faccio per me stesso non sarebbe lo stesso fatto per qualcun altro. Potrei, ad esempio, mettere un piede nel copywriting, ma stando otto ore (o anche quattro) a scrivere contenuto per altri, avrei poi la voglia di passarne altre quattro o più davanti allo schermo per me stesso? Non lo so, ma ho dei dubbi. Credo che preferirei guadagnare meno ma far crescere le mie idee, piuttosto che fare l'operaio a distanza facendo guadagnare qualcun altro, anche se per questo ovviamente la salita è ripida. Spero di non suonare arrogante facendo questo discorso, non disprezzerei nessuno di questi lavori oggi, ma se siamo qui a parlare di un fine ultimo credo di essere abbastanza convinto della strada da prendere.

      1. Ciao Angelo,

        Ti capisco perfettamente, il mio messaggio era per dire che é possibile viaggiare e lavorare ad un proprio business, ci sono tanti modi di farlo ed il freelancing non é l'unico anche se forse é il piú facile.

        Ho appena letto un articolo di Kirsty (http://www.nerdynomad.com/) e lei ha blogs che aiutano chi si trasferisce in cittá Africane in cui ha vissuto/vive, non so se la conosci peró potrebbe essere un modo molto interessante di combinare il viaggio con dei progetti online.

        Ti auguro buone feste!

  3. La liberta' e' una strana cosa…tutti la desiderano, ma pochi trovano il coraggio di cercarla davvero. C'e' chi la ottiene, come te, e poi si trova tra le mani un nuovo problema…come gestirla. La vera e piu' difficile domanda e' sempre: ma io cosa voglio davvero, adesso che non ho vincoli? Forse hai ragione, serve un piano, ma come quasi tutti i piani falliranno travolti da eventi imprevedibili e impensabili mentre scrivi a tavolino questo post. Io mi trovo nella stessa tua condizione, e allo stesso modo un po' perso. Non sei (siamo) soli, ma siamo in pochi. Tu lo scrivi nel tuo blog che l'importante e' perdersi, ma per quanto e dove? Nel mondo "occidentale" essere persi non e' ne riconosciuto, ne accettato, ne conveniente. Se non hai un piano, sei un outcast della societa'. Quindi almeno temporaneamente devi avere una risposta alla domanda "E adesso che fai?" altrimenti meglio che scappi subito.

    1. Ciao Valerio, hai perfettamente ragione e infatti scappare subito rimane tra le opzioni. Come ho detto infatti viaggiare a tempo pieno non mi interessa, e anche se riuscissi a farlo per alcuni mesi l'anno non mi interessa troppo farlo in Europa. Nell'immediato, la priorità è rimettere un po' di soldi in banca per poter poi procedere, quindi mi metterò a lavorare e quello sarà l'adesso. Il dopo sarà continuare a fare quello che faccio, ma meglio.

  4. Ehi, un muy buen post!!! Le cose che abbiamo in comune sono tante … e in questo momento particolare della mia vita navigo nello stesso oceano di domande alle quali stai cercando risposta.

    E non solo questo! Da mesi sto cercando un'idea, una buona idea sulla quale porre le basi di un progetto che mi permetta di continuare ad esplorare il mondo ed essere"felice" possedendo solo uno zaino di 10 kg e la mia libertà. Qualora avessi bisogno di collaboratori, sarà un piacere discutere per trovare il modo su come condividere questo percorso e apportare il mio contributo.

  5. Sara' scontato, ma zio Steve in questo caso e' inevitabile: stay hungry, stay foolish, dunque e, anche se non ti fa la differenza (come e' giusto che sia), sappi che qua c'e' chi crede in te! 🙂

  6. Un post di una lucidità fantastica, ogni tanto mi stacco e faccio un salto qui da te e non me ne pento mai!
    Non giudico, né commento sul contenuto di questo post, troppo personale, ma l'incertezza e il dubbio sono la sveglia di ogni mattina e forse senza sarebbe tutto noioso?!

  7. Ciao Angelo,ti butto una idea,ti prendi un pulmino e fai Empoli-Pekino,così viaggi,hai un posto più grande di uno zaino per le tue cose e ti finanzi il viaggio con i passeggeri.Se quella tratta ti sembra un po conosciuta puoi girare dell'altra parte e fare la Panamericana! comunque parlando un po più seriamente,i tuoi dubbi sono quelli di quasi tutti,é una questione piuttosto esistenziale che nel tuo caso ( e dovuta a i tuoi interessi) il viaggio tocca quel nervo scoperto,per altri,altre questioni ma la essenza é la stessa.

  8. Ciao Angelo, stavo leggendo questo post e poi mi sono fermato un secondo verso la fine del secondo punto, quando parlavi dei collaboratori, e adesso volevo scriverti una cosetta.
    Sono un ragazzo di 19 anni che spera di finire la scuola quest'anno per cercare la libertà, e da quando ho 8 anni che sogno di visitare tutto il mondo (a 10 sapevo tutte le capitali del mondo ahah) ma in maniera differente, con pochi soldi e vivere l'avventura diciamo.
    Anch'io sto cercando di trovare delle rendite passive per essere libero economicamente perchè tutto ciò che voglio fare e Viaggiare.
    Mi sono ritrovato a racimolare qualche soldo organizzando delle festicciole per farmi i miei viaggi in Europa intanto, spero di organizzarmi e di andare a Budapest a Febbraio saltando dei giorni di scuola, e quest'estate mi sto preparando per fare un mese di interrail con pochi soldi in tasca.
    Sto già mettendo giù un piano per fare il Mongol Rally, se non lo conosci ti posso dare qualche informazione, anche se appunto fino a poco tempo fa non sapevo chi potesse essere così pazzo come me per farsi con un panda del 90' mezzo mondo, guidare attraverso le strade sterrate del Pamir per finire là dove la civiltà è ancora alle origini cioè nella steppa mongola, donare 1000$ in beneficenza e ritornare attraverso la siberia.
    Questo e solo un assaggio di quello che vorrei fare ma appunto quello che volevo chiederti era questo, semmai un giorno passassi per le mie parti mi farebbe molto piacere fare uno scambio di parole con una persona che ha già viaggiato molto, anche se ancora all'inizio, e che mi consigliasse di come potrei diciamo sviluppare meglio quello che sarebbe il mio obiettivo, non avere un futuro certo, e fare il Backpackers intorno al mondo.
    Grazie mille:)

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