Un Altro Bicchiere di Arak

Un Altro Bicchiere di Arak

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“Angelo Zinna è alla ricerca di un’esperienza che possa dare senso alla sua vita. Lascia l’Italia per intraprendere un viaggio di pochi mesi, ma farà ritorno solo cinque anni dopo attraversando l’Asia e l’antica Via della Seta senza volare. È grazie al suo vissuto che l’autore ci dà un’immagine nuova di un Paese finora poco conosciuto e troppo spesso identificato con la sua storia più negativa. Tra bicchieri di arak, calle-pace e hijab, dopo i numerosi passaggi in autostop, i doni ricevuti, le nuove amicizie e gli inaspettati inviti in casa, ci rendiamo conto che resistere oggi è, anche, viaggiare senza limiti di confini, senza pregiudizi nei confronti del diverso”.

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Un Altro Bicchiere di Arak

Quello che hai appena letto è ciò che è stampato sul retro di “Un Altro Bicchiere di Arak“, il mio primo libro, uscito di recente con Villaggio Maori Edizioni. Resistenza, qui, è la parola chiave, ma non stiamo parlando di politica. O, almeno, non solo. Racconto di un viaggio, degli ultimi mesi di un percorso di vita durato cinque anni nell’Oriente del mondo.

Dapprima c’è stata l’Australia, poi la Nuova Zelanda e dopo ancora l’Asia. Tutta l’Asia, dal Timor Est fino all’Iran, passando da Indonesia, Malesia, Thailandia, Laos, Birmania, India, Nepal, Cina, Kirghizistan, Uzbekistan. Un lungo itinerario per tornare a casa, senza un piano preciso se non quello di non prendere aerei. Una direzione e un bel po’ di tempo a disposizione da investire alla scoperta di un continente.

L’intenzione iniziale era stare via dall’Italia per sei mesi. Oggi sono passati sette anni ed una ventina di paesi. “Un Altro Bicchiere di Arak” è una delle tante storie accadute durante questo periodo, che racconta quei quattro mesi impiegati per raggiungere Istanbul, in Turchia, partendo da Xi’An, in Cina, attraverso gli stati dell’ex-Unione Sovietica ed il Medio Oriente. Un’avventura, una finestra su una fase di vita, che, tra ostacoli, luoghi, incontri, emozioni contrastanti è finita per rappresentare qualcosa di molto più grande.

Il libro non segue una struttura lineare, ma alterna capitoli dedicati all’Iran, l’ultima tappa prima del rientro in Europa, a quelli sui mesi trascorsi per arrivarci. Perché l’Iran? Perché è stata una sorpresa. Perché fa paura. Perché mi ha aperto le sue porte come nessun altro paese ha fatto prima, in un momento in cui viaggiare era sul punto di perdere il suo senso. Resistere, appunto, all’abitudine, alla comodità, alle proprie idee ed ai pregiudizi, per lasciare che la vita guidi dove meno ci aspettiamo. L’Iran e gli iraniani sono stati questo: un mezzo per cambiare il modo di interpretare il mondo, una spinta a lasciare cadere le barriere e cercare di guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda.

In “Un Altro Bicchiere di Arak” racconto il lato più umano dell’Iran, tentando di descrivere una nazione attraverso le persone incontrate sulla strada. Ogni capitolo è dedicato ad una o più persone che per caso o per scelta ho avuto modo di incorciare. L’Iran è il filo conduttore del libro, ma non c’è solo l’Iran. C’è Kashgar, la città meno cinese della Cina, dove gli Uygur lottano per la propria indipendenza ed il terrorismo interno è ancora un problema, seppur non se ne senta molto parlare. C’è il Turkmenistan, la Corea del Nord dell’Asia centrale, ed il mio quasi arresto al confine. Il Kirghizistan, la vodka ed un’adozione a sorpresa. C’è poi anche un pezzetto di India, ma anche come nasce e (non) si organizza un viaggio del genere, partendo dalla Nuova Zelanda.

“Un Altro Bicchiere di Arak” vuole essere un libro crudo, forse più per chi ha già viaggiato o per chi di viaggi ha già letto, che per chi cerca di fuggire dalla propria scrivania. Non è una guida e non vende alcun sogno. È una storia reale, di un itinerario percorso lentamente, con pochi soldi e ancora meno preparazione in una regione del mondo poco conosciuta, che spera prima di tutto di intrattenere e poi, magari, ispirare a pensare attivamente alle proprie scelte ed opinioni.

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“Un Altro Bicchiere di Arak” è disponibile su ordinazione in tutte le librerie d’Italia. Si trova anche su Amazon e in ogni maggiore rivenditore on-line, sia in formato cartaceo che digitale.

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Angelo Zinna

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Classe 1989, di Empoli (FI), sono partito per Melbourne, Australia, nel 2010 e da allora non sono più riuscito a fermarmi. Dal 2012 scrivo di viaggi su Exploremore.it e da allora ho avuto modo di collaborare con media nazionali ed internazionali, tra cui Condé Nast Traveller, Rai 3 ed il Daily Mail, oltre al Festival della Letteratura di Viaggio di Roma. A fine 2014, dopo essere rientrato in Italia in seguito a cinque anni tra Asia ed Oceania, ho esposto le mie fotografie alla mostra “Verso Est”. Poco dopo mi sono trasferito a Londra, in cui ho vissuto un anno e mezzo. Oggi faccio base ad Amsterdam, dove studio Letteratura e Società.

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Cosa si dice di “Un Altro Bicchiere di Arak”?

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Di seguito alcune degli articoli, recensioni ed interviste pubblicate in rete riguardo “Un Altro Bicchiere di Arak”:

Trovi “Un Altro Bicchiere di Arak” anche su Facebook, Goodreads e Anobii.

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